Page 27 - Dossier 2018_ 2019
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Hanno da zero a tre anni ma sono già detenuti,

               lo scandalo dei bambini che vivono in carcere




          Nelle	carceri	italiane	ci	sono	60	bambini	detenuJ,	hanno	da	pochi	mesi	a	tre	anni	e	vivono	dietro	le
          sbarre,	condividono	la	reclusione	delle	madri,	anche	se	il	regime	carcerario	a	cui	sono	soMoposJ	è
          aMenuato	rispeMo	al	resto	della	popolazione	carceraria.	Non	hanno	faMo	niente	(e	cosa	potrebbero
          mai	fare?),	ecceMo	nascere	al	momento	sbagliato.	L’ingresso	in	carcere	dei	bambini	è	una	scelta
          della	 donna	 che	 però,	 quasi	 sempre,	 non	 ha	 una	 vera	 opzione.	 Il	 numero	 dei	 bambini	 nei
          penitenziari	 è	 più	 o	 meno	 sempre	 costante	 negli	 anni,	 ma	 i	 bambini	 restano	 sempre	 lì.	 Non	 si
          contano,	le	promesse	solenni	andate	a	vuoto	da	parte	di	tuI	i	ministri	della	Gius3zia	che	si	sono
          succedu3	 negli	 ul3mi	 quindici	 anni	 (senza	 andare	 troppo	 indietro	 con	 il	 tempo),	 per	 fermare
          questa	vergogna.


          	L’isJtuto	penitenziario	che	reclude	il	maggior	numero	di	bambini	si	trova	a	Roma	ed	è	il	Rebibbia
          femminile,	ci	vivono	quindici	bambini,	quasi	tuN	soMo	i	tre	anni	di	età.	I	bambini	crescono	con	i
          ritmi	 carcerari,	 tra	 divise	 e	 chiavistelli.	 Ci	 sono	 sbarre	 alle	 finestre,	 le	 porte	 blindate,	 la
          videosorveglianza	e	il	controllo	degli	operatori,																				I	bimbi:	chiedono	perché	li	rinchiudono,
          credono	di	aver	faMo	qualcosa	di	sbagliato	e	piangono	in	una	situazione	che	induce	a	gridare	allo
          scandalo.

          Il	 sabato,	 quando	 i	 bambini	 possono	 oltrepassare	 il	 confine	 carcerario	 grazie	 all’associazione	 «A
          Roma	insieme»,	fondata	da	Leda	Colombini,	un	passato	di	grande	sofferenza	personale	e	di	loMa	per
          i	diriN	che	la	portò	dai	campi	di	riso	ai	banchi	del	Parlamento.	Volle	fortemente	i	cosiddeN	«SabaJ
          di	libertà»,	giornate	che	da	più	di	vent’anni	rappresentano	l’unica	boccata	d’ossigeno	per	i	bambini
          detenuJ.	Viene	chiamato	«arJcolo	17»	con	riferimento	all’ordinamento	penitenziario	che	consente
          l’ingresso	in	carcere	a	persone	esterne	purché	legate	a	un	progeMo.


































                     Il	nostro	Gruppo	di	Solidarietà	ospita	da	anni	i	piccoli	al	Circolo	Montecitorio
                   (grazie	all’	incondizionato	appoggio	del	direNvo	del	Circolo)	ed	inoltre	porta	doni
                                       pasquali	e	natalizi	ai	bambini	in	carcere.




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