Page 16 - GSDCD Resoc 2014/2015
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la	CDKL5,	diagnosScata	in	Italia	in	circa	sessanta	persone	e	che
                                    nel	 mondo	 è	 stata	 associata	 ad	 appena	 qualche	 cenSnaia	 di

                                    individui.	 Porta	 con	 sé	 crisi	 epileQche,	 traQ	 di	 auSsmo,
                                    difficoltà	motorie	e	di	locuzione	e	ritardo	mentale.






              Abbiamo	incontrato	Barbara	e	suo	marito	Massimiliano	che	stanno	combaEendo,	da	quando	alla	loro
              secondogenita	Arianna,	che	ha	2	anni,	è	stata	diagnosJcata	questa	carenza	proteica	da	cui	la	patologia
              prende	il	nome. Per	i	primi	due	mesi	Arianna	sembrava	una	bambina	assolutamente	sana	–	ci	racconta
              Barbara	 -	 anche	 se	 io	 mi	 rendevo	 conto	 che	 qualcosa	 non	 andava	 perché	 non	 mi	 guardava.	 Poi	 ha
              cominciato	ad	avere	delle	crisi	epile:che,	dalle	due	alle	dieci	al	giorno.	Dopo	l’insorgenza	delle	crisi	-
              conJnua	Barbara	-	abbiamo	cominciato	a	notare	un	ritardo	psicomotorio	e	abbiamo	iniziato	tuEa	una
              trafila	fra	ospedali	italiani	e	non.	Arianna	a	tuE’oggi	non	cammina	e	non	parla,	non	riesce	a	stare	seduta,
              non	muove	le	mani	in	modo	organizzato	ma	solo	in	modo	automaJco	e	casuale.	La	sindrome	CDKL5	è
              una	mala:a	geneJca	data	dalla	carenza	di	una	proteina	(la	CDKL5	appunto)	che	impedisce	ai	neuroni	di
              svilupparsi	normalmente.	La	diagnosi	la	abbiamo	avuta		ad		aprile	del	2014	e,	sebbene	non	sia	stata	una
              buona	 noJzia,	 almeno	 ora	 sappiamo	 contro	 cosa	 dobbiamo	 baEerci,	 spiega	 Barbara.	 Quando	 è	 nata
              Arianna	toccavo	il	cielo	con	un	dito	-	conJnua	Barbara	-	perché	si	realizzava	un	mio	sogno:	avere	una
              famiglia,	un	figlio	maschio	grande,	una	bambina	piccola...	Insomma	tuEo	sembrava	perfeEo.	Poi	quando
              abbiamo	iniziato	a	capire	che	in	Arianna	c’era	qualcosa	che	non	andava	mi	è	crollato	il	mondo	addosso,
              sopraEuEo	perché	non	sapevo	cosa	fare,	come	aiutarla.	Però	io	e	mio	marito	ci	siamo	sempre	sostenuJ	in
              questa	baEaglia,	siamo	forJ	come	rocce,	e	anche	il	fratellino	di	Arianna,	Alessandro,	coccola	sempre	la
              sorellina	malata.	Mi	chiede	spesso:	mamma,	ma	quando	la	trovano	la	medicina	per	far	guarire	Arianna?

              Il	 GRUPPO	 di	 SOLIDARIETÀ’	 ha	 partecipato	 al	 proge?o	 “Arianna”:	 solo	 	 a?raverso	 la	 ricerca	 si	 può
              arrivare	ad	una	cura	definiSva,	 	per	questa	rarissima	malaQa,	affinché:	 	 	a	nessuno	dei	piccoli	malab
              debba		essere	tolta	la	speranza	di	guarigione.
































                 La	piccola	Arianna	con	mamma	Barbara	e	papà	Massimiliano	ed	in	un	momento	di	relax






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